Giulia di Carlo arbeitet in einem Aufnahmezentrum in Palermo und beschreibt aus ihrer Perspektive die Situation für Geflüchtete in der Stadt.
„Palermo é una cittá bellisima, ma anche molto dolorosa. Vive tante problematiche di vulnerabilitá, la vulnerabilitá che tanti migranti vivono, e una vulneralibilitá che molte persone locali le vivono ugualmente, come il lavoro, la casa, la disugualianza. Ci sono molti quartieri come il Ballarò, dove tutti gli abitanti vivono delle problematiche – per i migranti ancora piú gravante perche hanno delle questioni ammistrative e legali molto complicati e a volte hyperdiscriminanti.
I centri fuori cittá sono molto difficili, i ragazzi vivono molto isolati. Nei centri di prima accoglienza (CAS) qui a Palermo si diventa una piccola famiglia, dove i ragazzi vengono accompagnati per il percorso verso l´autonomia – nella societá a Palermo.
Una delle cose piu importanti é che alcuni minorenni che sono diventati adulti hanno creato delle associazioni – Niofar da un gruppo senegalese o anche Giocherenda – questo mi ha permesso di vedere come é possibile effettivamente quando ci sono le possibilitá che le ragazze e ragazzi possono sviluppare le loro competenze quando possono andare un percorso sostenibile e di autonomia per il loro futuro.
Palermo é una cittá difficile, meravigliosa, piena di speranza in questo momento e famosa sul livello internationale per essere la cittá di accoglienza, pero – dietro questa facciat, che non é solo una facciata – qui non si vivono le stesse problematiche come in tante cittá del Nord d´italia e europee. Ma a causa del clima politico anche qui a Palermo le cose stanno cambiando, malgrado che ci sono ancora delle possibilitá buone, ma dobbiamo continuare a lottare per la difesa die diritti che sono anche nostri, i diritti per tutti. Abbiamo tutti quanti il diritto di vivere in una societá dove la diversitá é un valore,
Accoglienza é fatto purtroppo non soltanto di buone pratiche ma anche di grandi difficultá.
Abbiamo un sindaco che fortunamente attraverso un discorso molto articolato e buono, ci permetto ancora di ottenere qui a Palermo dei risultati positivi, ma non dobbiamo dimenticare che dobbiamo continuare a lottare ed ad essere vigili per la difesa die diritti che valgono per tutti. É bello vivere in una cittá dove la diversitá non é un problema ma la nostra etica, il nostro spirito e la nostra filosofia.
Dovuto al nuovo decreto di sicurezza stiamo vivendo un sacco di difficultá. Io per esempio come lavoratrice sociale e mediatrice sono stata licenziata, come altre mediatrici, psicologi, avvocati e lavoratori sociali a causa del nuovo decreto.“
Intervista con Giulia di Carlo, sociologa e mediatrice culturale a Palermo, giugnio 2019
„Palermo ist eine schöne Stadt, aber auch eine sehr schmerzhafte. Sie hat viele Verwundbarkeiten, die so viele Migranten, aber auch viele Einheimische gleichermaßen erfahren“: Verwundbarkeiten in den Bereichen Arbeit, Wohnung, Ungleichheiten. Es gibt viele Stadtviertel wie Ballarò, in denen alle Einwohner mit Problemen leben – für die Migranten ist es sogar noch belastender, weil sie sehr komplizierte und manchmal überdiskriminierende administrative und rechtliche Fragen haben.
Die Zentren außerhalb der Stadt sind sehr schwierig, die Kinder leben sehr isoliert. In den so genannten ersten Aufnahmezentren hier in Palermo wird man zu einer kleinen Familie, in der die Kinder auf ihrem Weg in die Autonomie begleitet werden – in die Gesellschaft in Palermo.
Eines der wichtigsten Dinge ist, dass einige Minderjährige, die erwachsen geworden sind, Vereine gegründet haben – Niofar von einer senegalesischen Gruppe oder sogar Giocherenda – das hat mir erlaubt zu sehen, wie es tatsächlich möglich ist – wenn es Möglichkeiten gibt – dass die Mädchen und Jungen ihre Fähigkeiten entwickeln können, wenn sie einen nachhaltigen und autonomen Weg für ihre Zukunft gehen können.
Palermo ist eine schwierige, wunderbare Stadt, die im Moment voller Hoffnung ist und auf internationaler Ebene dafür bekannt ist, dass sie die einladende Stadt ist – hinter dieser Fassade, die nicht nur eine Fassade ist – erlebt man hier nicht die gleichen Probleme wie in vielen Städten Norditaliens und Europas. Aber wegen des politischen Klimas ändern sich auch hier in Palermo die Dinge, obwohl es immer noch gute Möglichkeiten gibt, aber wir müssen weiter für die Verteidigung der Rechte kämpfen, die auch die unseren sind, die Rechte für alle. Wir alle haben das Recht, in einer Gesellschaft zu leben, in der Vielfalt ein Wert ist,
Leider besteht die Begrüßung nicht nur aus guten Praktiken, sondern auch aus großen Schwierigkeiten.
Wir haben einen Bürgermeister, der es uns glücklicherweise durch eine sehr deutliche und gute Haltung ermöglicht, hier in Palermo immer noch positive Ergebnisse zu erzielen, aber wir dürfen nicht vergessen, dass wir weiterhin für die Verteidigung der für alle geltenden Rechte kämpfen und wachsam sein müssen. Es ist schön, in einer Stadt zu leben, in der Vielfalt kein Problem ist, sondern unsere Ethik, unser Geist und unsere Philosophie.
Aufgrund des neuen Sicherheitsdekrets haben wir mit vielen Schwierigkeiten zu kämpfen. Ich zum Beispiel wurde als Sozialarbeiterin und Mediatorin wie andere Mediatoren, Psychologen, Anwälte und Sozialarbeiter wegen des neuen Dekrets entlassen“.
Interview mit Giulia di Carlo, Soziologin und Kulturmittlerin in Palermo, Juni 2019.